Il sistema concessorio italiano, che è stato ed è tuttora copiato in molti paesi del mondo, nasce per almeno tre finalità importanti: tutelare il consumatore, restringere gli spazi di azione dell'illegalità e della criminalità, assicurare gettito allo Stato. Parallelamente alla crescita del settore – che solo negli ultimi cinque anni ha visto investimenti per quasi cinque miliardi di euro, dei quali il 40 per cento da parte di soggetti stranieri – si è andato tuttavia incrinando il rapporto con l’opinione pubblica. Tra le principali cause, l’eccessiva proliferazione dell’offerta e i timori sui rischi derivanti da consumi eccessivi di gioco, in misura particolare per quanto riguarda le fasce più deboli della popolazione.
Oggi, non è sbagliato ipotizzare una riduzione dell’offerta di gioco anche importante, da affiancare a un processo di innovazione tecnologica che porti a una maggiore sicurezza degli apparecchi e a una riflessione seria sul ruolo e sulle modalità dell'utilizzo della pubblicità e della comunicazione in generale.
Sul fronte dei rischi, è importante combattere il problema, il gioco compulsivo, e non il singolo prodotto, cercando di allargare il campo alla cura dell’intera persona, abbandonando le logiche proibizioniste - che non sembrano dare grande aiuto - e puntando invece sulla ricerca scientifica, sui meccanismi fisiologici che scatenano le dipendenze, sull’educazione e la crescita delle persone.
Obbiettivi che è possibile conseguire attraverso nuove norme, spesso di semplice attuazione, nonché intervenendo su recenti norme che hanno dimostrato di non funzionare correttamente e che hanno invece innescato l’elevato livello di contenzioso che il settore sta vivendo in questo momento.
Su questi temi, Acadi è sempre disponibile a confrontarsi costruttivamente con le istituzioni, in una prospettiva di chiarezza e certezza delle regole, condizione fondamentale affinché ciascun soggetto possa fare la propria parte nel migliore dei modi.