Il 2024 doveva essere l’anno dell’attuazione della Delega Fiscale del 2023. Ma è stato l’anno del solo Decreto Online, non anche quello del riordino del comparto del fisico e dell’armonizzazione dei profili fiscali dei sottocomparti.
Nel Decreto On Line ci sono senza dubbio aspetti di rilevanza trasversale quali la previsione della Consulta Permanente dei Giochi a cui potranno prendere parte anche gli operatori. Ma il perdurare della mancata attuazione complessiva della riforma rappresenta certamente la notizia più importante.
In questi giorni giungono all’attenzione degli operatori le notizie del confronto al tavolo tecnico finalizzato all’individuazione di un punto di incontro tra quelle che vengono definite le esigenze rappresentate da Regioni e Comuni di contrastare il disturbo da gioco d’azzardo e quelle rappresentare dal Mef di assecondare le esigenze di gettito. In realtà la questione sembra mal posta.
Distanziometri espulsivi e limitazioni di orari asfissianti applicati sostanzialmente solo agli apparecchi distribuiti dal comparto del fisico non rappresentano misure idonee a contrastare il DGA. Piuttosto essi sono in grado di spostarlo a destra o a sinistra ma non certo a combatterlo. A dirlo non sono le associazioni di categoria ma ancor prima gli esperti in materia sanitaria ed ora anche gli stessi dati della spesa gli utenti che per gli apparecchi dal 2018 sono in calo di 2 miliardi, per gli altri giochi non colpiti dalle misure sono in aumento, con un saldo complessivo per tutti i giochi in aumento di più due miliardi.
La realtà è che per il contrasto al DGA serve una politica attiva sui territori di prevenzione e cura che metta a sistema operatori sanitari e del terzo settore come del comparto, da monitorare annualmente rispetto agli obiettivi di contenimento posti con osservatori permanenti cui possano partecipare anche gli operatori. Un po' come fatto nel modello Campania. Servono una sana qualificazione della domanda, a cui spiegare che il prodotto è una forma di intrattenimento e non altro, ed una sana qualificazione dell’offerta, ricorrendo alla formazione. Il tutto finanziando le attività degli enti locali con la destinazione di una parte gettito riveniente da tutti i giochi e senza aumenti di tassazione.
La politica che si ostina a battersi per negoziare pochi metri o ore di divieto peraltro per solo un tipo di gioco in realtà non tutela gli utenti. Ed in più non fa altro che favorire la ghettizzazione dell’offerta di Stato, incentivando la compulsività di chi cerca di nascondere la propria dipendenza, creando disvalore sociale nelle periferie, privando i territori di quel presidio di legalità invece invocato dalle forze investigative del Paese nei primi anni 2000 e che ha portato alla creazione del comparto, distruggendo gettito erariale che è un gettito da emersione e con ciò vanificando una delle poche lotte all’evasione invece perfettamente riuscite.
Si tratta della stessa politica che però è consapevole che, per colpa della natura espulsiva delle misure stesse che neanche contrastano il DGA, lo Stato non possa fare le gare e sia obbligato ad imporre agli operatori le proroghe delle concessioni scadute ormai da anni.
Ed in proposito come non ricordare l’altro paradosso per cui sembrerebbe che l’onerosità delle proroghe imposte sia maggiorata rispetto ai canoni base per una pressione inflattiva che però non è scaricabile sui prezzi di vendita dei prodotti perché regolati dallo Stato, e sia parametrata anche ad apparecchi che non sono in funzionamento proprio perché la maggior parte di essi non trova spazio si territori per colpa delle stesse misure regionali causative delle proroghe. Qui il corto circuito da solo costa diverse decine di milioni di euro agli operatori degli apparecchi dei territori, già in difficoltà per il calo dei margini, dovuti dai continui aumenti di tassazione che ormai non riescono neanche più a compensare la continua diminuzione della spesa, così determinando tra l’altro cali di gettito ovviamente non sostituibili con quelli di altri giochi per le diverse modalità di tassazione, ad oggi non armonizzate.
L’obiettivo è giungere alla completa attuazione della Delega, senza ipocrisie.
Geronimo Cardia
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